Evoluzione storica

All'inizio del 1800, in Inghilterra i motori ad aria calda competevano con il motore a vapore per fornire energia meccanica ai macchinari industriali (in opifici e miniere) della prima rivoluzione industriale.
Benché i motori a vapore avessero caratteristiche superiori di quelli ad aria, in quel periodo la competizione aveva ragione di essere in quanto il motore ad aria presentava il vantaggio di essere meno pericoloso, dato che le prime realizzazioni di motori a vapore, a causa dell'utilizzo di materiali tecnologicamente scadenti allora disponibili, era soggetto a devastanti esplosioni delle caldaie.
Questo fatto consentì quindi, in una prima fase, al successo del motore Stirling nelle applicazioni di dimensioni commerciali. Tuttavia, il perfezionamento dei motori a vapore e la disponibilità di materiali via via più affidabili resero lo Stirling poco conveniente e, in conseguenza, il suo uso fu abbandonato.
Con lo sviluppo dell'elettronica, l'uso dei primi apparecchi radio e lo sviluppo dell'aviazione, nel 1950 si ebbe una seconda applicazione del motore Stirling. La Philips, industria olandese di produzione di apparecchi radio, realizzò il Philips MP1002CA (detto Bungalow Set), una piccola unità Stirling di generazione elettrica mediante combustione di petrolio, che veniva usata per alimentare radio-trasmittenti e riceventi di sua costruzione dislocate in postazioni remote prive di alimentazione elettrica. Si trattava di un generatore con una potenza di circa 200 watt, per la cui realizzazione venne utilizzata tecnologia allora all'avanguardia, con uso anche di leghe leggere, ottenendo un buon compromesso tra praticità e costo.
L'esigenza di tale generazione elettrica era particolarmente sentita per alimentare gli apparecchi radio (allora dotati di grosse ed onerose valvole termoioniche), necessari per il collegamento stabile con i campi di aviazione della rete aerea civile in costituzione (in prima fase per il servizio postale) in luoghi remoti e senza attrezzature.
Nel 1960 l'adozione del transistor nei circuiti elettronici rese sufficiente l'alimentazione con potenze elettriche limitate, che si potevano ottenere con semplici batterie di accumulatori di piccola dimensione conseguendo anche buone autonomie. L'uso del motore Stirling fu così abbandonato.
Altre applicazioni sono state realizzate in seguito, e sviluppate attualmente con motori di diversa taglia, ottenendo discreti o buoni successi tecnici, ed in qualche caso anche commerciali per mercati di nicchia.

HOME