LABORATORIO FOTOGRAFIA DIGITALE

LEZIONI DI MARIO BURZIO - MARZO 2011



LA REGOLA DEI TERZI


Si tratta di suddividere l'immagine in nove zone  attraverso il posizionamento immaginario (o reale) di due linee verticali e di due linee orizzontali.
Dividendo l'immagine in terzi e ponendo il soggetto in uno dei punti di intersezione delle linee immaginarie ottenute, si ritiene che l’immagine risulti più dinamica (rispetto ad una composizione che pone il soggetto al suo centro), ma armonica al tempo stesso. La regola è talmente popolare che alcune macchine fotografiche sono dotate di mirini con una griglia di suddivisione in terzi per aiutare il fotografo.
Secondo la regola dei terzi all'immagine va “idealmente” sovrapposto un reticolo composto da due linee verticali e due linee orizzontali (linee di forza), equidistanti tra loro e i bordi dell'immagine. L'immagine viene quindi divisa in nove sezioni uguali: il riquadro centrale prende il nome di sezione aurea ed è delimitato dai quattro punti di intersezione delle linee (punti di forza, punti focali o fuochi). Questi sono i punti in cui l'occhio si concentra maggiormente dopo aver “guardato” il centro dell'immagine e dai quali raccoglie maggiore informazione. Quindi ponendo il soggetto o una parte importante dello stesso, in prossimità di uno di questi quattro punti gli si darà un'importanza maggiore rispetto ad altre parti dell'inquadratura. Spesso si resta sorpresi dal fatto che soggetti molto piccoli posizionati in prossimità di uno di questi quattro punti appaiano in realtà molto più grandi.

                               




             







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