LABORATORIO FOTOGRAFIA DIGITALE
LEZIONI DI MARIO BURZIO - MARZO 2011
LA PROFONDITA' DI CAMPO
Per
profondità di campo si intendeun'area di dimensioni molto variabili
all'interno della quale tutto è a fuoco. La vorremo più ampia possibile
nei panorami, così da mantenere nitidi sia lo scenario distante sia gli
eventuali oggetti in primo piano, mentre la preferiremo il più
ristretta possibile nei ritratti, così da mantenere nitido solo il viso
della persona che si contrasta con uno sfondo sfocato che fa da
cornice.
Il primo dei fattori che influenzano la profondità di campo è la
distanza dell'oggetto dall'obiettivo. Maggiore è la distanza, più ampia
sarà la profondità di campo.
Di conseguenza nelle foto panoramiche di oggetti lontani non dovremo
preoccuparci di controllare cosa sia o meno a fuoco: basta impostare la
messa a fuoco sull'infinito, disattivando così l'autofocus e
velocizzando le operazioni di scatto.
Molte fotocamere consentono di selezionare una modalità "panorama",
solitamente identificata dall'icona di una montagna, che blocca il
fuoco a una distanza infinita (alla massima distanza consentita
dall'ottica) e disabilita il calcolo automatico della distanza di messa
a fuoco.
Il secondo fatto che influenza la profondità di campo è la lunghezza focale dell'ottica.
Un obiettivo grandangolare, con una lunghezza focale ridotta e con un
raggio di visione molto ampio, tenderà ad amplificare la profondità di
campo, viceversa un obiettivo tele, con una focale molto lunga e un
campo di visione ristretto, ridurrà la profondità di campo.
Ciò si sposa con la prassi di usare il grandangolare per i panorami,
dove vogliamo che siano perfettamente a fuoco sia le cose vicine sia
gli oggetti lontani, e di usare il tele per i ritratti, così da isolare
il soggetto da ciò che lo circonda, lasciando semplicemente una piccola
cornice di sfondo, sfocata. Il terzo fattore, il più importante, che
regola in proporzione ninversa la profondità di campo, è l'apertura di
diaframma.
E considerando l'importanza di poter governare il campo di messa a
fuoco, numerose fotocamere di fascia medio alta consentono di
controllarla a mano, mediante una modalità solitamente contraddistinta
dalla lettera A (aperture priority) che corrisponde alla modalità di
controllo manuale del diaframma.
Aprendo e chiudendo il diaframma noi ridurremo o amplieremo la
profondità di campo raggiungendo il risultato creativo che ci siamo
prefissi e tenendo a mente che la profondità di campo si estende per
1/3 nell'area che viene prima del soggetto che abbiamo messo a fuoco
(più vicina all'obiettivo) e per 2/3 nell'area che viene dopo il piano
di fuoco critico (più lontana dall'obiettivo).
Per ottenere poca profondità di campo (breve area a fuoco oltre il
soggetto), usare elevata lunghezza focale (teleobiettivo) e il
diaframma il più possibile aperto.
Per
ottenere elevata profondità di campo elevata area a fuoco oltre il
soggetto), usare ridotta lunghezza focale (grandangolo) e il
diaframma il più possibile chiuso.
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